Camera di Mariano Monea è una delle 18 opere in concorso, selezionate dalla direzione artistica di The Next Generation insieme a Cosimo Terlizzi per la sezione “Film d’artista”, che saranno proiettate in sala – al Multicinema Galleria di Bari – il 24 e 25 novembre. Fra queste, la giuria composta da Walter Fasano, Pamela Diamante e Cecilia Ermini, sceglierà i vincitori per le sezioni “Cortometraggi” e “Film d’artista”.
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Camera di Mariano Monea
Camera è un’associazione di idee apparentemente vaghe, una situazione più o meno improbabile che non dice «questa è una stanza», bensì «là dentro qualcuno guardava la tv, mangiava, riposava dal pascolo».
Le bizzarrie di Camera lasciano indovinare qualcosa, stimolano un’ulteriore, e mai abbastanza, riflessione sull’uso che ne fa l’uomo della tecnica – la sua spettacolarizzazione – e dei costi e degli sprechi per stare più comodi nel mondo. Ma non solo. Tenta di portare fuori dalla fantasia una suggestione segreta, molte volte labile come capita nel mondo onirico, per aprire la strada che conduce ai problemi radicali dell’esistenza umana.
La sola inquadratura insieme al semplice movimento della macchina da presa – questo lento avvicinarsi alla figura per poi mostrare lo sfondo – cercano di salvaguardare le capacità evocative proprie del linguaggio cinematografico, senza il coinvolgimento degli effetti speciali propri dell’industria dell’intrattenimento.
Camera è il limite entro cui poter risignificare i margini, ciò che rimane e ancora sopravvive di indifferente e spontaneo.
Paese di produzione / Italia Anno / 2021 Durata / 3’04” Regia / Mariano Monea Sceneggiatura / Mariano Monea Fotografia / Mariano Monea Montaggio / Mariano Monea Suoni e musica / Federico Tramontana
Mariano Monea (1994) è cresciuto in un piccolo paese di collina che si affaccia sulla piana di Gioia Tauro, in Calabria. Gli studi lo portano fuori regione: si laurea all’università di Urbino presso il dipartimento di Sociologia e successivamente intraprende gli studi in fotografia all’ISIA di Urbino. Concluso gli studi ritorna in Calabria portando avanti ricerche nell’entroterra e sul paesaggio contadino. Da qui nasce l’interesse nei confronti dell’arcaico e delle pratiche appartenenti alla cultura materiale.
Da “restante” si chiede: in un mondo dove tutto corre e si consuma perché non legarsi a ciò che resta? A ciò che parla ancora di umano? La sua ricerca lo porta a interrogarsi più volte sulle strutture antropologiche dell’immaginario e sulla poetizzazione del reale come possibilità di evadere dalla rigidità del significato, un tentativo di mostrare i poteri dell’immaginazione, ma soprattutto attivarla attraverso l’ambiguità dell’esistente.
Dal 2019 collabora con “Montagne in Movimento”, un gruppo di ricerca-azione che si occupa di antropologia pubblica nelle aree interne.