Abbiamo intervistato Francesca Leoni, condirettrice artistica insieme a Davide Mastrangelo di Ibrida – Festival delle Arti intermediali, partner di The Next Generation. Durante la sua prossima edizione, che si terrà a Forlì dal 24 al 26 settembre, Ibrida proietterà i film d’artista premiati da The Next Generation 2020, incrociando i percorsi e circuitando sperimentazioni visive che altrimenti non sarebbero arrivate al suo pubblico, mentre The Next Generation ospiterà a Bari una selezione di Ibrida 2021.

Come nasce Ibrida Festival? Cosa lo contraddistingue da altre realtà e manifestazioni in Italia?

FL – Ibrida Festival nasce da una necessità, mia e di Davide Mastrangelo, di creare un luogo dedito a quello che era, ed è tutt’ora, il nostro linguaggio artistico: la videoarte.  Ma anche di dare spazio a tutte quelle forme di sperimentazioni che spesso non riescono a trovare una collocazione precisa all’interno di altri festival. Le ibridazioni dei linguaggi, infatti, sono al centro del nostro festival, con uno sguardo attento alla contemporaneità, e alle produzioni audiovisive. Infine volevamo riempire, all’interno del panorama dei festival dedicati al contemporaneo del nostro territorio, uno spazio rimasto vuoto. Non è un compito facile, spesso i linguaggi della sperimentazione vengono percepiti come ostici, di nicchia o per addetti ai lavori. Invece, nel tempo, vogliamo avvicinare un pubblico sempre più numeroso. Perché, come dico spesso, non è necessario che una persona capisca la videoarte fino in fondo, ma basta che la viva, come si fa con le emozioni. E Ibrida è uno spazio per vivere e confrontarsi con gli audiovisivi contemporanei. Inoltre abbiamo inserito anche degli spettacoli live dove il video è parte integrante della performance, portando così anche l’esperienza dell’ibridazione tra la musica e il teatro.

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Francesca Leoni e Davide Mastrangelo (foto di George Matei)

Anche Ibrida, come The Next Generation Short Film Festival, ha scelto lo strumento dell’open call per la selezione delle opere in concorso. Nei vostri anni di attività, come avete visto cambiato il mondo dell’audiovisivo internazionale?

FL – Abbiamo scelto lo strumento dell’open call perché ogni anno vogliamo crescere e dare un respiro sempre più internazionale al nostro festival. L’open call ci permette di intercettare artisti e artiste provenienti da ogni parte del globo, ma anche di vedere qual è la tendenza della videoarte e della sperimentazione audiovisiva. Ogni anno è sempre una scoperta. Ovviamente non proiettiamo solo i video selezionati dall’open call, ma abbiamo anche altre selezioni curate da critici e artistǝ, in partnership con altri festival, come la collaborazione che abbiamo siglato, quest’anno, con Next Generation, e che ci permetterà di proiettare ad Ibrida alcuni dei lavori vincitori della scorsa edizione.

L’audiovisivo internazionale sta cambiando, vediamo una presenza della tecnologia e della qualità dei video sempre più alta. Quest’anno per esempio abbiamo ricevuto molte animazioni e video elaboratissimi sotto tutti i punti di vista.

Ibrida, già da diversi anni, è attiva in Emilia Romagna nel campo della diffusione e circuitazione dei film d’artista, spesso considerata una nicchia culturale. Qual è la tua esperienza in merito e come è cambiata nel tempo la risposta del pubblico alle vostre iniziative?

FL – Come ho già anticipato, non è un compito facile far capire al pubblico che i linguaggi della sperimentazione posso essere accessibili a tutti. Il pubblico cresce con noi mostrandosi sempre più sensibile alle nostre proposte. La nostra intenzione sin da subito è stata quella di creare uno spazio di libertà “conviviale” dove chi arriva si sente accolto e a proprio agio, avendo anche l’opportunità di interagire liberamente con gli artisti presenti al Festival. Il nostro non è solo uno spazio dove vengono mostrate le opere ma è anche un luogo di incontri, di interazioni, di scambi. Molte collaborazioni, molti progetti che oggi sono una realtà sono scaturiti da incontri avvenuti ad Ibrida Festival.

Lo scorso anno eri tra i giurati di Next Generation Short Film Festival, quest’anno il festival è entrato a far parte della sua rete. Puoi parlarci della vostra collaborazione?

FL – In un’ottica di continua crescita è fondamentale lo scambio con altre realtà e altri festival. Fare da giurata a Next Generation Short Film Festival è stata un’opportunità che mi ha arricchito molto, perché ogni festival ha il proprio linguaggio e i/le propriǝ artistǝ. Accogliere ad Ibrida video premiati nella sezione “Film d’artista” è dare al nostro pubblico anche l’occasione di vedere i film che, solo attraverso la nostra open call, non sarebbero arrivati a Forlì. Dall’altro lato, mi auguro che, per Next Generation, questa collaborazione possa essere altrettanto proficua. Inoltre, ricordando che l’organizzazione di un festival non è un compito facile, che abbiamo vissuto un anno particolare a causa della pandemia che ha ulteriormente reso difficile questo compito, poter contare su uno scambio con un’altra realtà è di fondamentale importanza per noi.

Quest’anno The Next Generation Short Film Festival ha scelto come tema ‘Timeless’. Cosa vi aspettate di vedere in quest’edizione?

FL – Un tema sicuramente interessante che può aprire le porte a ogni tipo di sperimentazione e visione. Perché, ricordiamoci, il video è l’unica forma artistica che può eludere e plasmare la materia “tempo”.


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